14 dicembre

La prova

di Maurizio J. Bruno

(Seconda parte)

Ziruk le si avvicinò e la fece scendere delicatamente a terra. Poi si avviò ad aggiogare anche l’asino nella stalla, accanto al bue. Aveva appena finito di legare la cavezza dell’asino ad un palo che sentì Antalya gemere sommessamente. Si voltò, e capì che il momento del parto era giunto. Aiutò la moglie ad entrare nella stalla ed a stendersi sulla paglia, ma poi ella volle che il marito la lasciasse sola per tutto il tempo del parto. In preda al nervosismo Ziruk le obbedì, usci fuori nel freddo e cominciò a camminare su e giù davanti alla grotta, sforzandosi di ignorare le grida che provenivano dall’interno.
Ci volle quasi un’ora, poi la donna lo chiamò ed insieme deposero il bimbo in una mangiatoia, dopo averlo avvolto in un telo bianco. Ziruk si inginocchiò accanto al piccolo e lui ed Antalya restarono per qualche minuto in silenzio ad ammirare quello che sarebbe stato il Salvatore del mondo.
Erano ancora lì, assorti, quando udirono dei passi far scricchiolare la paglia sull’ingresso. Entrambi si voltarono di scatto verso l’entrata temendo che qualcuno potesse far loro del male. Restarono ancora più stupiti quando si trovarono di fronte l’angelo che era apparso ad entrambi in sogno qualche mese prima. Stavolta l’angelo non era avvolto da alcuna nube di luce, ed essi lo riconobbero per quello che era, soltanto perché l’avevano già incontrato nella loro visione mistica. Era triste in volto, e si avvicinò loro col capo chino.
“Ziruk ed Antalya, voi siete forse in questo momento gli uomini migliori di tutto il genere umano, e mi dispiace davvero molto dovervi comunicare ciò che sto per dirvi. Il bimbo che avete appena dato alla luce non è il figlio di Dio. Il figlio di Dio verrà sulla Terra solo tra molti anni e nascerà esattamente nel posto e nel modo in cui è nato stanotte il vostro bambino. Era tutto predisposto per questa notte ma, purtroppo, gli uomini non sono ancora pronti. Anche stavolta il Signore ha lasciato loro il libero arbitrio, ed anche questa volta ciò che Dio sperava che avvenisse non è avvenuto…”
L’angelo continuava a parlare a testa bassa, con le mani congiunte in grembo, passeggiando a piccoli passi nella stalla, spostando rametti di paglia coi semplici sandali.
“I tre sapienti d’oriente, avvertiti in sogno della nascita del Salvatore, non hanno voluto credere alla profezia e non si sono messi in viaggio per questo luogo. E gli uomini, i discepoli, che il figlio di Dio incontrerebbe sul suo cammino se nascesse oggi, non sarebbero all’altezza della situazione.”
“Ma come è possibile?” intervenne Ziruk, che pur nella sua infinita pazienza non riusciva a capacitarsi di quella novità.
“Carissimi” disse allora l’angelo avvicinandosi loro con le braccia leggermente aperte “Anche al Signore è costato molto dover rimandare questo evento, ma la discesa del suo figlio sulla Terra è un fatto unico, troppo importante per tutta l’umanità per lasciare che si svolga al di sotto delle sue potenzialità. Comunque, la vostra impresa non è stata inutile. Grazie a voi, il Signore ha capito quanto possano essere aridi e inerti gli animi di alcuni uomini. Per smuovere gli altri tre saggi d’oriente che saranno scelti quando il figlio di Dio verrà davvero sulla Terra, Il signore manderà una cometa, ad indicare loro la strada e a convincerli a partire, ed i discepoli che il Verbo di Dio troverà sul suo cammino quando verrà su questa Terra, saranno di cuore generoso e pronti a lasciare ogni cosa terrena per il loro compito divino… In ogni caso, il Signore nostro Dio vuole che sappiate che da parte vostra, voi ve la siete cavata benissimo e, alla fine dei vostri giorni ve ne saprà ricompensare…”
“Ma come faremo a vivere la nostra vita, con la consapevolezza di fatti così importanti?” chiese Antalya con voce umile, abbassando a sua volta la testa.
“Non temete. Dio sa che, anche se riuscisse davvero a capire l’importanza del compito che avete svolto, non potreste più vivere tranquilli portandovi dentro questo segreto. E così vi donerà l’oblio. Domattina, non ricorderete nulla della mia comparsa e delle mie profezie, tornerete ad essere, o meglio comincerete ad essere, una famiglia normale. Una famiglia normale che ha reso un grandissimo servigio al Signore. Che la pace sia con voi…”
Così dicendo, l’angelo si voltò e ritornò sui suoi passi, ignorando le voci di Ziruk ed Antalya che lo chiamavano chiedendo altre spiegazioni.
Rimasti soli, il bimbo attirò la loro attenzione con un flebile pianto. Antalya gli si avvicinò, e capì che il piccolo voleva mangiare. Lo prese tra le braccia e, per la prima volta lo accostò al suo seno. Quando il bambino ebbe finito di succhiare e si addormentò sereno, anche loro due si prepararono per la notte distendendosi ad una certa distanza sul giaciglio di paglia.
Il gallo cantò allo spuntare dell’alba. Non nevicava più ed un pallido sole faceva capolino dalle montagne. Ziruk aprì gli occhi è guardò il volto della moglie a poca distanza dal suo: Com’era bella! Le si avvicinò lentamente e la baciò dolcemente sulle labbra. Lei aprì gli occhi e gli sorrise. Allargò le braccia e lo strinse a sé.
“Ah, Ziruk, come sono felice! Sei il marito migliore del mondo! Ed anche se questo viaggio mi sta massacrando, sono contenta di farlo insieme a te!”
“Fai alla svelta, piccola mia.” le rispose il marito “Se camminiamo di buon passo, prima di stasera saremo a Nazareth!”
“Certo, tesoro, ci metto un attimo!”
Antalya si avvicinò alla mangiatoia, si chinò, e ne raccolse il contenuto, il suo bene più prezioso: il suo semplice mantello azzurro.

(Contenuto pubblicato per la prima volta su antoniomessina.it il 14/12/1999)

13 dicembre15 dicembre