L’aura delle regole

Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati dal 2013 al 2018

[Articolo pubblicato per la prima volta il giorno 04/02/2014 nel sito antoniomessina.it]
I casi della vita mi hanno portato a svolgere un’attività professionale che ha per contenuto principale quello di pretendere, verificare e applicare le regole. Tale attività ha la sua dose di spine, specialmente quando costringe a mediare fra uomo (che magari non condivide affatto la regola) e funzionario (che quella regola non condivisa deve, però, applicare), ma tant’è e, sia pure non più di altri, anche garantire il rispetto delle regole è un lavoro difficile. Non so se riesco a svolgerlo sempre nel modo migliore, di sicuro sono più bravo di Laura Boldrini, attuale Presidente della Camera dei Deputati.
Pochi giorni fa, Laura Boldrini ha motivato la sua decisione di mettere ai voti, annullando l’ostruzionismo dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, la conversione in legge del cosiddetto decreto “IMU-Bankitalia” con la volontà (della Boldrini, evidentemente) di “impedire che oggi le famiglie italiane dovessero preoccuparsi di tornare a pagare la seconda rata dell’Imu come sarebbe successo se non fosse stato votato per tempo un decreto legge che pure conteneva materie tra loro molto diverse”. Dunque, secondo Boldrini, le cose stanno così: in casi di necessità e urgenza, il Governo emana un decreto legge; se il decreto sta per scadere, il Presidente della Camera ne assicura la possibilità di conversione perché ritiene giusti contenuti e finalità del provvedimento. Dunque, il Presidente della Camera esprime un giudizio di merito e “fa politica”.
La decisione di Laura Boldrini non ha precedenti nella storia della Camera e già questo avrebbe dovuto suggerire qualche riflessione. Per misurare la gravità di quanto accaduto, del resto, è utile ricorrere a una sorta di esperimento mentale. In questo mese di febbraio, lamenta la stessa Boldrini, scadranno i termini per la conversione di vari decreti legge. Se tali decreti non dovessero piacere al Presidente della Camera, questi potrebbe agevolmente lasciare libero sfogo all’ostruzionismo dell’opposizione lasciando che uno o tutti tali decreti non siano convertiti in legge. Sostituzione del Parlamento, fine non dichiarata della democrazia rappresentativa.
Operare a tutela delle regole può essere difficile. A volte, molto difficile. Fra le cose da valutare prima di fare delle eccezioni, mi pare, c’è anche la quota di credibilità che si perde facendo pendere la bilancia da un lato anziché dall’altro. E comunque, ne avessi avuta l’occasione, io avrei scelto un altro modo per passare alla storia.

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