
[Articolo pubblicato per la prima volta il giorno 26/05/2014 nel sito antoniomessina.it]
“Prima delle rondini, prima delle giunchiglie e non molto più tardi del bucaneve, il rospo saluta l’arrivo della primavera a modo suo, cioè uscendo da un buco del terreno, dove è rimasto sepolto dal precedente autunno, e striscia, il più rapidamente che può, verso la più vicina e conveniente pozzanghera.” Comincia così un saggio tanto breve (sei pagine scarse) quanto prezioso di George Orwell, pubblicato per la prima volta nel 1946 e raccolto insieme ad altri in un volume, Nel ventre della balena e altri saggi (Bompiani, 2011, pp. 346), comprato in una libreria che smercia rimanenze, ultima tappa prima del macero e riciclaggio della carta.
Che cos’ha di prezioso? Ai miei occhi, la precisione con cui Orwell denuncia uno dei mali peggiori di tanta politica e, soprattutto, di tanta “sinistra”. Dopo tre pagine di descrizione delle piccole meraviglie primaverili, Orwell arriva al cuore del problema con una domanda che mescola buon senso, ironia, ferocia e passione. Si chiede: è un peccato rallegrarsi per la primavera o, “… per essere più precisi, è politicamente riprovevole, mentre tutti soffriamo, o a ogni modo dovremmo soffrire, sotto il giogo del sistema capitalista, far presente che la vita sovente merita meglio d’essere vissuta per il canto di un merlo … o qualche altro fenomeno naturale che non costa un soldo e non possiede ciò che i direttori dei giornali di sinistra definirebbero una visuale classista?”
Orwell polemizza con la sinistra del suo tempo, ma una questione di fondo non è esclusiva di quella parte politica né di quell’epoca. Intendo dire che, a mio parere, era, è e rimarrà sempre sbagliato impegnarsi per un obiettivo futuro mortificando il nostro presente. Citando ancora Orwell: “… se distruggiamo ogni piacere nel corso della vita, quale specie di futuro ci prepareremo?”
È per questo che amo allo stesso modo impegnarmi, spendermi per gli altri, ma anche passeggiare con mia moglie, godermi un libro o un giro in bicicletta, scrivere le mie piccole storie e dire battute sceme insieme ai miei fratelli. Questi due lati delle mie giornate non si escludono fra loro. Al contrario, penso che si alimentino l’un l’altro. Perciò vado avanti così, con buona pace delle vocazioni univoche e brucianti (che sono cosa diversa dalla dedizione e dallo spirito di sacrificio).
“A ogni modo, la primavera è arrivata anche a Londra … e nessuno può impedirvi di goderne. Questo è un pensiero rassicurante.”