
[Articolo pubblicato per la prima volta il giorno 29/05/2014 nel sito antoniomessina.it]
Cominciamo da novembre 2011. Silvio Berlusconi conclude la sua esperienza di Presidente del Consiglio lasciando al governo di Mario Monti un debito pubblico di 1.905 miliardi di euro. Monti cede a sua volta il passo ad aprile del 2013, quando il debito pubblico ha raggiunto i 2.042 miliardi. Il successivo governo presieduto da Enrico Letta rimane in carica meno di un anno. Nel momento in cui passa le consegne, a febbraio di questo 2014, il debito pubblico ha comunque stabilito il nuovo record: 2.107 miliardi. Secondo l’ultimo dato diffuso dalla Banca d’Italia, nei due mesi trascorsi dall’insediamento del governo di Matteo Renzi, euro più, euro meno, il debito pubblico, è arrivato a 2.119 miliardi. Però Grillo suda, urla e dice parolacce.
Nelle democrazie di massa, per una quota variabile ma normalmente significativa di persone, la scelta dei decisori è condizionata da un approccio non sempre razionale ai problemi. Si tratta di un fenomeno provvisto di forza propria, che avviene anche quando si dispone di informazioni complete e corrette sebbene, come è ovvio, risulti amplificato quando l’informazione è imprecisa o carente. Inoltre, la sensazione che producono aspetto e voce di una persona è acquisita e elaborata in modo pressoché immediato e, comunque, infinitamente più rapido e efficace del paziente lavoro che occorre, per dirne una, per prendere posizione sul fiscal compact, o per ricordarsi chi ha votato l’adesione dell’Italia ai vincoli posti dal fiscal compact stesso.
Le motivazioni dell’agire umano sono tante quante gli individui. In un bellissimo film, Un’arida stagione bianca, un bianco benestante sudafricano viene condotto dagli eventi a prendere coscienza di quanto sfruttamento, e violenza, caratterizzino il sistema sociale in cui ha finora vissuto in serenità ed agiatezza, ignaro dei drammi che avvengono al di là del suo giardino. Questa nuova consapevolezza lo porta a scontrarsi con le istituzioni e la polizia, sconvolgendo anche la quiete familiare. Così, nel pieno della lotta, la figlia Suzette lo tradisce. Al poliziotto che si congratula con lei per aver fatto la scelta giusta, Suzette replica: “Io voglio solo che tutto torni come prima”.
Distogliere lo sguardo dalla realtà è, ovviamente, più facile che guardarla. Eppure è necessario essere diversi. Così, mentre il debito pubblico italiano continua a crescere, ascolto con la stessa emozione della prima volta l’esortazione dei Pink Floyd a “non voltarsi dall’altra parte”, condita da uno dei più begli assolo di chitarra della storia della musica.