
[Articolo pubblicato per la prima volta il giorno 10/06/2014 nel sito antoniomessina.it]
Facciamo il caso di un concorso pubblico, magari uno di quelli per un posto da vigile urbano a cui partecipano mille concorrenti. L’interesse generale è che fra quei mille si scelga il più bravo, preparato e adatto per quel lavoro. Possiamo anche supporre che, effettivamente, soltanto uno di quei mille sia più bravo, preparato e adatto. Con un piccolo sforzo, siamo poi liberi di immaginare che ciascuno di quei mille pretenda innanzi tutto che il concorso si svolga con modalità tali da assicurare, senza alcun ragionevole dubbio, che il prescelto sia esattamente quell’unico concorrente più bravo, preparato e adatto degli altri 999.
Già a questo punto, però, la costruzione mostra le prime crepe. Per almeno 999 persone, cioè, lo scopo della partecipazione al concorso dovrebbe diventare il riconoscimento che qualcun altro è migliore di loro e, dunque, si assicurerà per tutta la vita lavorativa un impiego stabile e decorosamente retribuito.
Tralasciando quelle tre o quattro persone provviste di un’autostima a prova di bomba, ne abbiamo così oltre novecentonovanta che formano terreno fertile per comportamenti scorretti in grado e forma variabili: dall’appunto nascosto e letto in bagno al suggerimento sussurrato dal vicino; dalla ricerca di notizie che assicurino un vantaggio al momento della prova fino alla corruzione vera e propria. Il tutto, magari, condito da una convinzione analoga a quella di certi ciclisti che hanno dichiarato di doparsi perché, dato che gli altri lo facevano, assumere sostanze illecite serviva soltanto a colmare un handicap e, paradossalmente, ripristinare la lealtà della competizione.
Nell’agire umano poche cose sono automatiche e valide sempre e per tutti. Tuttavia non posso fare a meno di pensare che un movimento che ha fra i suoi motti “l’onestà andrà di moda” debba mettere in conto che il cammino, in questa Italia dove, per dirne solo una, in milioni hanno usufruito dei condoni edilizi, cioè della sanatoria di una condotta illecita, il cammino non sarà né facile, né breve.