[In forma leggermente diversa, questo articolo apparve per la prima volta il giorno 24/11/2012 nel sito antoniomessina.it]
Inauguro la sezione “dibattiti oziosi” di questo blog con uno dei dilemmi oggi più in voga fra i perditempo da bar dello sport: meglio Messi o Maradona?
La prima considerazione del perditempo assennato è: non si possono paragonare giocatori di epoche diverse. Tuttavia non voglio sottrarmi alla risposta, tanto necessaria per evitare notti in bianco e distrazioni sul lavoro a causa del tormento, perciò dirò la mia.
Per me, Maradona rimane unico per almeno due motivi. Il primo è più importante è proprio legato al fatto che ha giocato in tempi diversi rispetto a quelli attuali. Tempi diversi non soltanto per le tattiche di gioco o i metodi d’allenamento ma, e si tratta di un elemento decisivo, per le regole del gioco. Negli anni Ottanta sui cui regnò Maradona non esistevano né l’espulsione del giocatore che sottrae fallosamente alla squadra avversaria l’evidente opportunità di segnare una rete (regola introdotta nel 1990) né l’espulsione per grave fallo di gioco (introdotta nel 1998). Queste due regole sono giuste (tutelano l’incolumità dei calciatori, oltre che la lealtà della competizione) ma disegnano un calcio diverso. Messi è rapido di movimenti, veloce, tecnico, spettacolare quando brucia gli avversari sullo scatto o supera in slalom difensori in serie ma non ha, come aveva Maradona, il pensiero di segnare sempre affiancato da quello di salvarsi le gambe. La carriera di Maradona è illuminata dal celebre gol all’Inghilterra ma anche segnata dal fallo subito nel 1983, frattura del malleolo e perdita del trenta per cento della mobilità della caviglia. I falli vengono commessi anche oggi ma l’atteggiamento dei difensori è indubitabilmente cambiato e chi attacca ha molte più possibilità di arrivare incolume al tiro. Forse Messi saprebbe comunque replicare le sue gesta anche con le regole di prima del 1990 ma, in assenza di controprova, mi sembra corretto notare che Maradona ha giocato in condizioni più rischiose.
Non è colpa di Messi neppure il fatto di giocare assieme ad altri fenomeni (Iniesta è il mio preferito) appena una spanna al di sotto di lui. Con tutto il rispetto, Maradona (insieme ad altri campioni come Careca) ha fatto vincere un Napoli imparagonabile (per difetto!) al Barcellona di Messi, o un’Argentina di cui vorrei sapere se fra gli appassionati di calcio (anche un po’ in età come me) c’è qualcuno che, fra i seguenti, ricorda almeno altri due nomi oltre quello di Maradona: Pumpido, Brown, Cuciuffo, Ruggeri, Batista, Giusti, Burruchaga, Enrique, Olarticoechea, Valdano.
Detto tutto questo, ammetto che ognuno è influenzato dai propri ricordi. Ora il calcio lo seguo molto meno, mentre negli occhi rimarrà per sempre una magia di Maradona realizzata nel 1987 a velocità doppia contro il grande Milan di quegli anni. Il video s’impone. Godetevi lo spettacolo.
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