Il fascino della complessità, il ritmo delle proporzioni

Rhein II – Fotografia di Andreas Gursky.

La creatività umana assume le forme più diverse, ciascuna affascinante a modo suo ma che può avere punti di contatto con le altre. Per raccontare la bellezza dello stile usato da Süskind nel Profumo, così, è possibile cominciare da una foto. Quella che vedete riprodotta è Rhein II, del fotografo tedesco Andreas Gursky. È diventata famosa perché l’originale fu venduto all’asta (nel 2011) per oltre quattro milioni di dollari. Ma dimentichiamo la cifra e concentriamoci sull’immagine.
Sebbene sia difficile valutare una gigantografia (l’originale di Andreas Gursky occupa oltre sei metri quadrati) dalle modeste riproduzioni disponibili nel web, appare evidente che una delle chiavi del fascino di questa foto sta nell’equilibrio delle parti. Le due rive del Reno, il fiume che scorre quietamente, una pista di asfalto e il cielo nuvoloso formano sei fasce di altezza differente. Le linee orizzontali sono nette. Eppure, tanto equilibrio appare esatto e indefinibile allo stesso tempo. Una perfezione sfuggente nella quale si fondono geometria e mistero.
Rhein II e Il profumo condividono soprattutto questo: uno stile severo ed essenziale che suggerisce e lascia intuire il fascino della complessità facendo ricorso al ritmo preciso dei numeri, delle regole, delle proporzioni.
Non azzardo teorie generali ma, nella mia mente, questa via per esprimere la grandezza di un mistero che possiamo soltanto sfiorare si associa a geniali figure del nord Europa e tedesche in particolare. Bach e Beethoven, con la loro musica a toccare corde profonde dell’animo attraverso architetture musicali rigorose e complesse, ma anche Linneo (svedese) e Julius Meyer (tedesco), impegnati nella comprensione della natura attraverso la classificazione delle forme viventi e degli elementi fisici.
Il profumo è segnato da uno stile asciutto, necessario. Qualche volta sembra di leggere un documento scientifico. Nel corso del romanzo i pensieri del protagonista Grenouille, anche i più tormentati, sono sempre esposti senza indecisioni, quasi che ci sia solo da dire un contenuto definito e inevitabile. Eppure, è proprio attraverso questo stile che Süskind riesce a raccontarci una figura complessa, malvagia e dolente, potente ed esclusa, che suscita orrore e pietà in misura uguale, che si è fermata per sempre nell’immaginario di milioni di lettori. Anche per questo, nel prossimo articolo spiegherò chi è per me Jean-Baptiste Grenouille.

[In forma leggermente diversa, questo articolo apparve per la prima volta il 23/10/2012 nel sito antoniomessina.it]

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