Cambiare il mondo amando una coniglia

[Articolo pubblicato per la prima volta il giorno 21/11/2014 nel sito antoniomessina.it]
Il mondo continua ad esser pieno di ingiustizie, guerre e crisi umanitarie. Nel frattempo il debito pubblico italiano galoppa verso l’alto e i cambiamenti climatici, combinandosi con l’incuria irresponsabile dell’uomo, hanno effetti vistosi e drammatici sulla vita quotidiana di milioni di persone. In un contesto simile, ha senso, è giusto ed è ammissibile dedicare un articolo al perché si vuol bene a una coniglia? La risposta a questa domanda è contenuta in un breve saggio di George Orwell, già citato in questo blog, che dice tutto quel che c’è da dire sulle ragioni e il senso dell’impegno politico e sociale. Perlomeno, dice tutto quel che io avrei da dire sull’argomento. Perciò, magari dopo avervi invitato nuovamente a leggere l’Elogio del rospo scritto da Orwell, passo senz’altro a dirvi della mia coniglia Bianca.
Bianca è entrata in casa nel 2010, quando io avevo 50 anni e nessuna precedente esperienza di animali in casa. Pesava 248 grammi, un batuffolo bianco e saltellante. Mia sorella mi prende in giro perché racconto sempre lo stesso aneddoto ma, ad oggi, è ancora vero che Bianca è l’unica coniglia che, quando ci siamo avvicinati alla gabbia che la ospitava, ci è venuta incontro.
Bianca, da coniglia quel è, dispone di una gamma limitata di espressioni e di movimenti. La sua morfologia mi procura sempre la stessa impressione di un animale assemblato prendendo per errore pezzi singoli di taglie differenti perché Bianca, da coniglia qual è, ha zampe posteriori lunghe quasi quanto il resto del corpo; zampe anteriori piccole e corte, tronco massiccio; spalle strette; una muscolatura troppo sviluppata rispetto allo scheletro, con quest’ultimo che non arriva al 10% del peso totale dell’animale. Di perfetto c’è soltanto l’insieme testa-orecchie, che disegna due ovali di lunghezza simile.
Bianca, da coniglia qual è, divide la sua giornata fra frequenti sonnellini (anche più di venti al giorno), consumo di cibo, rilascio di urina ed espulsione di un numero esorbitante di palline di feci. Praticamente non emette suoni e quando si sposta non fa alcun rumore. A volte gradisce le carezze, a volte ti gira attorno, spesso ama non essere seccata. È un animale molto pulito ma non è così attento da usare sempre la lettiera. Periodicamente perde peli.
Bianca, da coniglia qual è, condiziona molto la vita. Non puoi darle due euro e dirle “Vai, comprati l’insalata”, per dire. L’abbiamo portata con noi in Austria e perfino in Olanda, ma organizzare i viaggi non è semplice. Occorrono posti dove si va e si rimane almeno qualche giorno, come minimo un balcone, la possibilità che stia al coperto. Nel bagaglio di viaggio, da quando c’è Bianca è compreso un recito smontabile e cartoni e teli da stendere sul pavimento per prevenire guai (specialmente sui parquet in legno!). In viaggio come a casa, peraltro, occorre prepararle la lettiera (perciò bisogna essere in posti dove si possano trovare lettiere per roditori, che non sono uguali a quelle per gatti) e poi anche da mangiare: fieno, qualche ortaggio e verdure fresche, lavate e poi asciugate perché sennò le fermenterebbero nello stomaco provocando danni irrimediabili.
La vita è condizionata anche dal fatto che Bianca, da coniglia qual è, bisogna sempre averla presente. Se si produce un problema di natura fisica, infatti, il coniglio non si lamenta, si raccoglie come quando dorme e si spegne come una candela. Perciò bisogna sempre essere certi che sia attivo, che mangi e che espella regolarmente le sue palline. Se poi ha un problema di salute, le cose si complicano davvero, perché forse potete immaginare che somministrare cinque farmaci diversi per bocca a un coniglio (esperienza appena vissuta) può presentare qualche difficoltà.
Dunque il coniglio è un animale impegnativo e Bianca non fa eccezione. Da quattro anni, però, sto vivendo un’esperienza che ha molti lati belli e che non manca di aspetti formativi.
Bianca è morbidissima. Accarezzarla restituisce gioie infantili come la scoperta, da bambino, di quanto fosse piacevole passare le dita sul velluto.
Bianca pretende molto. L’amore e l’attenzione che le devi dedicare hanno, secondo me, molti punti di contatto con quelli che si destinano a un neonato. È un grande esercizio, specialmente per me che sono padre di una figlia che quando è nata aveva già di 11 anni (per chi non intuisse: sono un padre adottivo).
Bianca, nel suo piccolo, ripropone ogni giorno il dilemma del rapporto fa uomo e natura. È giusto tenere un animale in casa? La protezione di un coniglio dai rapaci fa premio su una vita che non è quella che gli sarebbe toccata naturalmente? Quale che sia la risposta, tenere la mente allenata al dubbio credo che sia sano.
Bianca è un animale ipnotico. La guardi muoversi, pulirsi prima le zampine e poi con quelle il muso; oppure stare immobile, dormire rannicchiata o distesa come una diva del cinema muto, ed in entrambi i casi la tua mente è distolta da ogni altro pensiero.
Bianca, passando molto tempo in casa, è protagonista involontaria di momenti indimenticabilmente comici: quella volta che dormiva e, quando qualcuno pronunciò la parola “forno”, sollevò l’orecchio sinistro; quella volta che dormiva un po’ di sbieco su un piano in pendenza e si ribaltò nel sonno; quella volta che d’inverno stava per uscire sul terrazzo ma sulla soglia, sentito il freddo col naso, fece rapidamente retromarcia; quella volta che si nascose dietro il frigorifero; quella volta che…
Bianca, passando molto tempo nel piccolo terreno fuori casa, si fa ammirare mentre dormicchia o bruca tranquilla. Sorprende sempre per la velocità con la quale riesce a scavare una tana in cui nascondersi. Il record lo stabilì una volta che trovammo la buca chiusa. Mia moglie temeva che fosse rimasta bloccata dentro, invece aveva scavato e poi tappato il buco in meno di mezz’ora. Noi lì a preoccuparci per la sepolta viva che poi, voltandoci, abbiamo scoperto essere alle nostre spalle che ci osservava da un po’, col capino reclinato, in posa interrogativa.
Il mondo continua ad esser pieno di ingiustizie, guerre e crisi umanitarie. Nel frattempo il debito pubblico italiano galoppa verso l’alto e i cambiamenti climatici, combinandosi con l’incuria irresponsabile dell’uomo, hanno effetti vistosi e drammatici sulla vita quotidiana di milioni di persone. Cambiare questo in meglio richiede enorme impegno, ma anche una coniglia dà senso alla battaglia.

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