C’era una volta Facebook (5) – Poi, un giorno, arrivò il COVID-19

Agli inizi del 2020, anche in Italia si diffuse la malattia da “coronavirus 2019”. Agli inizi di marzo fu disposto il primo lockdown. Si poteva uscire di casa solo nei casi di “estrema necessità”, identificati nel fare la spesa, acquistare medicinali, svolgere alcune attività lavorative e poco altro. In varie forme e con progressivi adattamenti, le restrizioni alla mobilità individuale andarono avanti per circa due anni.
Trascorrere quasi l’intera giornata nelle proprie case determinò varie conseguenze, una delle quali fu l’incremento esponenziale dell’attività di scrittura. I social network ospitarono milioni di interventi. Io non mi sottrassi al fenomeno ma, considerando le cose a distanza di tempo, vi partecipai in misura relativamente limitata. Di seguito, tutto ciò che scrissi su Facebook nel periodo e/o riguardo al Covid.

24 febbraio 2020
Comunque, io le mani me le lavavo anche prima del Corona virus.

5 marzo 2020
Chi l’avrebbe mai detto che avrei rimpianto gli anni ’80, quando la trasmissione dell’AIDS in prevalenza da rapporti sessuali, specie se occasionali e non protetti, mi metteva al riparo da ogni rischio.

8 marzo 2020
Antonio Messina, svegliandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un abitante di una zona rossa.

8 marzo 2020
Il calzolaio vicino a casa mia.

10 marzo 2020
I piccoli casi della vita. Mi rimetto al lavoro per la prossima edizione del mio manuale, decido di rivedere il testo del Capitolo 5 dedicato agli obblighi e divieti nella circolazione stradale e in apertura trovo queste (mie) parole: “La libertà di circolazione è una cosa serissima, un diritto riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, all’art. 16, stabilisce che “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.”

Salvo le limitazioni… Come avviene per molti altri aspetti della vita sociale, cioè, anche la libertà di circolazione è una libertà “regolata” e “modulata” per inscriverla nel cerchio più ampio delle regole che organizzano la comunità di cui siamo parte. Nel contesto della circolazione stradale avviene esattamente questo, cioè le regole generali (con le quali il Codice stesso riconosce diritti o attribuisce facoltà) sono affiancate da limitazioni, eccezioni ed estensioni.”
Non so quanto possano far breccia in un diciottenne che non vede l’ora di guidare, ma le ho scritte.

(11 marzo 2020)
Secondo gli ultimi dati (quelli forniti oggi da Gruppo Operativo Regionale Emergenza Sanitaria), nelle Marche 394 positivi al Covid-19, 210 ricoverati, 171 isolati a domicilio, 13 deceduti. Dei 394 positivi, tre quarti (296) sono della provincia di Pesaro e Urbino. E’ per questo che fra i baristi fanesi e il sindaco di Pesaro (finché ha potuto, ansioso di dire che “Pesaro non è in zona rossa”) preferisco i baristi fanesi. Un caffè alla loro salute, appena si potrà.

(11 marzo 2020)
Non me ne rendevo conto ma praticamente stavo lavorando a un manuale su come affrontare l’emergenza virus 🙂 Dal paragrafo sulla prudenza (ovviamente, concetto richiamato varie volte nel programma d’esame per conseguire la patente di guida):
“Per qualche strano motivo la prudenza viene spesso viene confusa col timore o l’insicurezza, cioè è una buona qualità che viene confusa con dei limiti negativi. Prima di tutto, perciò, può essere utile ricordare che la prudenza consiste nell’intuire un possibile rischio e nel prevedere le possibili conseguenze dei propri atti, orientando il proprio comportamento in modo da non correre rischi inutili ed evitare esiti dannosi per sé o per gli altri. Prevedere è diverso dal tirare a caso o dall’indovinare. La previsione si basa sulla raccolta e poi la corretta valutazione di tutte le informazioni disponibili, momento per momento, con l’obiettivo di formarsi un’immagine realistica del presente e del futuro più o meno prossimo. Guidare a fari spenti nella notte, così, è una frase molto bella da ascoltare nella celebre Emozioni di Mogol e Lucio Battisti ma un comportamento scriteriato e prevedibilmente pericolosissimo per tutti, se realmente praticato sulla strada. Peraltro, anche Lucio Battisti proseguiva la canzone spiegando che guidare a fari spenti nella notte serviva “… per vedere se poi è così difficile morire”.

(13 marzo 2020)
Aggiornamento (ho un po’ di tempo da dedicare a queste cose) sui dati Covid-19 nella Provincia di Pesaro e Urbino (fonte: Gruppo Operativo Regionale Emergenza Sanitaria – Regione Marche) rispetto al totale della regione Marche.
Incremento ancora in corso di casi positivi; rapporto fra contagiati nella provincia di Pesaro e totale delle Marche più o meno costantemente di 3 a 1.
In dettaglio:
5/3/2020 100 positivi su 124 (80,6%)
6/3/2020 126 positivi su 159 (79,2%)
7/3/2020 152 positivi su 200 (76%)
8/3/2020 204 positivi su 272 (75%)
9/3/2020 246 positivi su 323 (76,1%)
10/3/2020 296 positivi su 394 (75,1%)
11/3/2020 342 positivi su 479 (71,3%)
12/3/2020 403 positivi su 592 (68%)
13/3/2020 496 positivi su 725 (68,4%)
Positivi nella regione quasi sestuplicati in nove giorni.

(13 marzo 2020)
Chi mi conosce sa che ho un po’ la fissa dei dati che mi servono per avere un’idea esatta e non emozionale delle proporzioni. Sono andato a consultare le tabelle ISTAT.
Nelle Marche, nei 18 giorni trascorsi dall’identificazione del primo caso di contagiato (cioè dal 25 febbraio scorso) sono morte 22 persone, dunque 1,2 al giorno.
Nel 2018 (ultimi dati disponibili), nelle Marche a seguito di incidente stradale sono morte 87 persone, cioè mediamente una persona ogni cinque giorni, o 0,2 persone al giorno.

(13 marzo 2020)
Siamo onesti. Mio padre ha passato la guerra; l’8 settembre; era militare a Genova quando ci fu l’attentato a Togliatti; non ebbe l’incarico di maestro supplente perché la domanda impiegò oltre una settimana per arrivare da Genova al Provveditorato di Como, cosicché si trovò congedato dall’esercito e senza lavoro; ebbe da un direttore didattico la possibilità di lavorare un giorno la settimana in un refettorio scolastico e, per un anno, in quel giorno ebbe l’unico pasto regolare della settimana…
Io sono a casa con luce, acqua, gas, Internet, negozio di alimentari a cento metri con negoziante che ogni mattina manda le foto di quel che ha disponibile, prende gli ordini, prepara la spesa e ti fa andare a ritirarla stazionando nel negozio forse 15 secondi (pago con Satispay già prima o anche dopo il ritiro della spesa); sono dispiaciuto di esser lontano da mia figlia ma posso sentirla anche in videochiamata quando voglio…
Insomma, è dura, ma se mi lamentassi troppo penso che dovrei quasi vergognarmi.

(14 marzo 2020)
Altre inevitabili associazioni mentali in questi giorni di Covid-19. Stavolta si tratta di Italo Calvino. Basta sostituire mentalmente la libreria della nostra casa a quella intesa come negozio, alla quale si riferiva Calvino, e il gioco è fatto.

“Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque É Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza
i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere,
i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli,
i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento,
i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza,
i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’Estate,
i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale,
i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile.”

(14 marzo 2020)
Chi ha avuto figli piccoli può rovistare in soffitta per vedere dov’è finito, ora che serve a tutti. 🙂

(17 marzo 2020)
Ci sono libri che ho impressi nella mente anche da prima del Covid-19.
Da “Il conte di Montecristo”, di Alexandre Dumas padre:
“Servono le sventure per scavare certe miniere misteriose nascoste nell’intelligenza umana; serve la pressione per far esplodere la polvere.”
“Fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all’uomo l’avvenire, tutta la saggezza umana consisterà in queste due parole: attendere e sperare!”

(18 marzo 2020)
Comunicazione ai miei concittadini fanesi. La farmacia vicino casa mia espone un cartello con su scritto “vitamina C esaurita” ma il negozio di ortofrutta che dista cento metri ha cassette di arance e limoni. Perchè… Ebbene sì, pare incredibile, ma la vitamina C è contenuta anche nella frutta e non soltanto nei tubetti di plastica, bustine di carta e flaconcini di vetro.

(24 marzo 2020)
Siamo sinceri. Fra le potenziali conseguenze negative di tutta questa situazione da Covid-19 c’è che mia figlia, quando ci rivedremo, potrei anche stritolarla per troppa foga nell’abbraccio.

(26 marzo 2020)
Anche in questi giorni, imprevedibile e dolce soccorso arriva da ricordi che affiorano, risalendo in superficie da un tempo lontano.
Stamattina sono uscito per andare fare spesa. Per la prima volta ho portato con me l’autocertificazione. Stampante senza inchiostro, l’ho copiata a mano; ciò che le conferiva un aspetto antiquato.
Lungo la strada m’è tornata in mente una parola appresa da bambino. Lessi abbastanza presto una versione ridotta per ragazzi de “I tre moschettieri” e fra tutti mi si scolpì nella mente il termine “salvacondotto”, che trovavo sonoro e assai rassicurante. Così ho provato oggi la stessa sensazione. Imbacuccato per il freddo (o dovrei dire “intabarrato”?), il volto coperto da mascherina e passamontagna, mi sentivo molto misterioso ma protetto dal mio salvacondotto. Peccato solamente che lo stesso fosse custodito nella tasca interna di un giaccone e non di un giustacuore.

31 marzo 2020
Mi hanno chiesto: “Ma tu come fai a essere così tranquillo in una situazione del genere?” La risposta è abbastanza semplice: penso che ogni marinaio affronti la tempesta con la barca e l’esperienza di cui dispone, non con quelle migliori ma di cui non dispone né di quelle che avrebbe potuto avere, ma che appunto non ha, se avesse considerato l’ipotesi di una tempesta.
Non credo che le circostanze determinino i nostri comportamenti; sono convinto che ogni circostanza sia l’occasione per manifestare le attitudini, le qualità, i difetti, le pulsioni più o meno razionali che proprio oggi fanno di noi quel che siamo. L’elaborazione e il cambiamento, se e quando avvengono, sono cosa che avviene “dopo”, con fatica e neanche sempre.
In altre parole, nelle circostanze correnti, penso che ognuno stia reagendo alla situazione nel modo consueto che gli è proprio: chi è credente prega il suo Dio; chi non lo è esprime sue convinzioni d’altro genere; chi non si è mai posto questioni di questo tipo non lo farà neanche adesso.
Penso che tutti trovino nella stessa nuova situazione oggi condivisa la conferma delle convinzioni che già avevano: è colpa dei cambiamenti climatici; i cambiamenti climatici non c’entrano col virus; è colpa delle migrazioni; è colpa della troppa igiene che ci rende più vulnerabili; è colpa della poca igiene che ci espone più facilmente ad attacchi e così via.
Penso che tutti siano d’accordo o in disaccordo con gli stessi politici, imprenditori, opinionisti, organi d’informazione e simili ai quali davano retta prima dell’epidemia: occorrono più Stato, oppure più privato; più severità; meno severità; bisognava chiudere tutto subito; bisogna lasciar uscire di casa; il Governo ha deciso tardi; bisogna riaprire presto; ci vuole più agricoltura; ci vogliono grandi opere…
Penso che tutti attribuiscano priorità alle stesse cose alle quali l’attribuivano prima che scoppiasse la pandemia: occorrono più regole; più sussidiarietà; bisogna controllare i movimenti delle persone; bisogna responsabilizzare le persone; ci vuole la polizia; che noia l’autocertificazione…
Penso che dei fatti veri prima dell’epidemia non possano che manifestarsi nella loro verità mentre l’epidemia è in corso. Una sanità ferita, un sistema di istruzione impoverito, una macchina amministrativa inefficiente non si trasformano nel giro di una notte. Un particolare, questo, ignorato soprattutto da chi critica questo Governo e, infatti, non dice che cosa avrebbe fatto al suo posto ma, soprattutto, come lo avrebbe fatto disponendo esattamente degli stessi ospedali, scuole, apparato amministrativo.
Penso che alcune questioni che io ritenevo e ritengo “fondanti” continueranno a essere ritenute inutili e noiose. Se un qualunque partito mettesse al primo punto del suo programma l’efficientamento della pubblica Amministrazione, alle elezioni prenderebbe gli stessi voti che ho preso io che non mi sono presentato.
Non critico nessuno, nel “tutti” includo anche me stesso che non mi appello a un qualsiasi Dio in cui non credo; che ritengo che i cambiamenti climatici abbiano anche cause “umane” ed effetti sull’ambiente che ci avvolge e permea; che non mi sentivo rappresentato da alcun politico già prima, figuriamoci adesso che, sempre a mio avviso, per la gran parte mostrano il consueto atteggiamento: sia splendore o catastrofe, il fatto è che a comandare ci sono (o: vorrei esserci) io, ora e domani.
Quel che dico e penso, cioè quel che mi fa essere tranquillo, è che il mondo sta andando come sempre, con persone splendidamente solidali ed altre che pensano a come guadagnare dalla crisi, con chi dimostra sguardo lungo e senso pratico e chi si agita solo leggendo il titolo di qualche sito informativo online, con chi fa ammenda dei propri errori e chi non ha proprio nelle corde il mettersi in discussione né il capire che, per esempio, si può essere adatti a certe situazioni e totalmente inadeguati in altre.
Anche domani come ieri e oggi, così, farò quel che ho sempre fatto: cercare il bene, gettare qualche seme sperando che germogli, scegliere ogni giorno di seguire con coerenza le idee grandi e piccole che popolano le mie giornate. Di diverso c’è soltanto che sto facendo di tutto per non ammalarmi.
Lo so, l’ho fatta lunga ma era per spiegare una volta per tutte perché da domani tornerò a scrivere le mie sciocchezze, a condividere dolori e sorrisi coi miei amici, a proporre qualche idea, ricordo o riflessione. Quando leggo quelle dei miei amici, me ne nutro e sto meglio.

14 aprile 2020
Se sbaglio, sbaglio per difetto: da quando sono nato, questi giorni di epidemia sono la terza occasione in cui sperimento una limitazione governativa della mobilità individuale od un obbligo generalizzato di cautela.
La prima fu nel 1973. A causa del cosiddetto “shock petrolifero” il Governo impose il divieto di circolazione dei veicoli privati. All’epoca vivevo a Roma e l’esperienza, per la mia età (13 anni) e le mie esigenze, fu tutt’altro che traumatica. Anzi, io, come credo molti altri, la vissi e ora ricordo con una certa gioia. Roma senza traffico… A piedi da casa fino al Colosseo senza pericoli né rumori… Le persone a spasso tranquille e sorridenti… Che sogno!
La seconda occasione fu nel 1986. A pochi chilometri da una, fino allora, sconosciuta cittadina dell’Ucraina settentrionale si sprigionò un nube radioattiva che arrivò fino in Italia e oltre. Un’ordinanza del ministro della Sanità vietò per 15 giorni la vendita di verdure fresche a foglie e la somministrazione di latte fresco ai bambini fino a 10 anni di età. Ricordo anche inviti a sigillare le finestre ma, verificando, non ne trovo traccia nel web. Magari ricordo male. Io, ormai ventiseienne, ascoltavo di più i telegiornali ricavandone la sensazione che chi doveva prendere misure e informare la popolazione lo stesse facendo in ritardo, poco e male, come sperando che il problema si risolvesse da solo grazie al vento e alla pioggia.
La terza occasione è quella di questi giorni, che ormai sono tanti. Non passavo tutto questo tempo con mia moglie dai tempi del viaggio di nozze, un mese in lungo e in largo per il Peloponneso.
Il piccolo excursus m’è venuto di farlo ripensando alla domanda che molti si pongono: “Questa esperienza ci insegnerà qualcosa?” “Ci” inteso come corpo sociale, piccoli gruppi e grandi organizzazioni, Stato e istituzioni sovranazionali. Io lo spero ma così, come speravo di trovare tempo bello quando sarei andato in vacanza. Può capitare, e perciò posso sperarlo, ma niente più di questo.
Lo shock petrolifero avrebbe potuto far diventare pensiero comune il risparmio energetico, il ricorso a fonti rinnovabili e non pericolose, una movimentazione di merci e persone che eliminasse lo spreco e considerasse l’esauribilità di certe risorse. Avrebbe potuto ma non lo ha fatto.
Dall’esperienza delle conseguenze del disastro nucleare di Černobyl’ nacque a Fidenza, nel 1986, il primo Gruppo di Acquisto Solidale: relazione diretta fra produttore e consumatore; controllo sulla filiera (che, peraltro, può essere brevissima); prodotti attenti all’ambiente e alla salute di chi lavora ecc. L’idea dei GAS avrebbe potuto affermarsi come strumento diffuso di attenzione alla salute e alla relazione sociale. Avrebbe potuto ma non è accaduto, coi GAS che anche in questi giorni esistono e resistono ma sono una parte infinitesima del commercio di beni alimentari.
Dunque, spero che questi giorni insegnino qualcosa sul valore che diamo a persone e cose, sul rapporto migliore dell’uomo con l’ambiente, sulla dimensione più appropriata per i gruppi umani e per le loro fonti di sussistenza… Lo spero ma così, come speravo di trovare tempo bello quando sarei andato in vacanza.

25 febbraio 2021
Premesso che non è ironica o tendenziosa ma semplicemente sincera, ho una domanda: se il virus si trasmette per contagio fra le persone, come vi spiegate che nonostante da un anno si raccomandino (o impongano) distanziamento e mascherine ci siano ancora ogni giorno oltre diecimila nuovi casi e morti fa 300 e 500 (come ha scritto qualcuno, è come se tutte le mattine un aereo di linea di schiantasse al suolo)? Io un’idea posso anche averla ma ringrazio tutti coloro che vorranno darmi un parere.

(Per questo intervento riporto anche un commento di Francesco Barbieri: A mio avviso il cuore del problema sta nel verbo “raccomandare”, e infatti “imporre” lo hai messo fra parentesi. Anche lo smartworking alle aziende private è solo raccomandato. Quindi ogni giorno una milionata di persone si mette in viaggio, spesso in affollati mezzi pubblici restandoci il tempo sufficiente per contagiarsi, per andare al lavoro dove incontrerà positivi inconsapevoli o colpevolmente consapevoli. Esperienza indiretta tramite decine di persone che conosco.)

14 febbraio 2022
Scorro le agende di mio padre. Il 1° giugno 1971 trovo annotato: “Tony fatta 5° antipolio e 1° antitetanica. G. Paolo fatta 1° antipolio e 1° antidifterica.” Io avevo 11 anni e mio fratello ne avrebbe compiuti 9 di lì a poco. Altri tempi
.

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C’era una volta Facebook (18) – Il 2020

Proseguendo la raccolta dei miei interventi su Facebook, eccoci arrivati al 2020.

(4 aprile 2020)
Oggi, fra le altre cose, sto pensando anche all’uomo che sorride sulla sinistra della foto. Il suo corpo morì il 4 aprile di ormai molti anni fa. Io, come credo tutti noi che fummo suoi allievi ai tempi del liceo, ogni tanto ancora ricordo quel che mi insegnò. E non mi riferisco alle lezioni di filosofia o storia.

(29 luglio 2020)
“I miei a volte mi facevano andare a scuola da sola. A pochi passi da casa salivo spaventata su un autobus pieno di adulti che andavano al lavoro. Anche il solo esibire il biglietto all’autista mi richiedeva uno sforzo notevole, mi sentivo osservata e giudicata perché ero l’unica bambina non accompagnata e così goffa nei vestiti scelti da mia madre. In tasca tenevo sempre un biglietto con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono, da mostrare a qualcuno in caso di bisogno. Invece di darmi sicurezza, quel pezzo di carta confermava quel che temevo, cioè che potevo perdermi.”

(Marina Della Bella, “Album degli anni primi”, inedito)

Mia moglie Marina non è contenta dei miei furti a danno di suoi lavori ancora in cerca di editore, [Nota: l’editore, sarà poi trovato e il libro uscì per Montag nel 2023. Il brano citato si trovalle pagine 96 e 97] perciò questo secondo estratto da “Album degli anni primi” probabilmente sarà anche l’ultimo. Tuttavia corro il rischio di qualche broncio coniugale per dire quanto abbia apprezzato il brano che ho citato sopra e di come, pur se racconta l’esperienza di una bambina dal punto di vista della bambina, io l’abbia subito collegato alle mille sorprese che costellano il cammino dei genitori, un cammino pieno di intenzioni che generano effetti inaspettati e, a volte, perfino opposti. Per questo motivo, fin dalla mia prima lettura, ho collegato il brano che ho citato a un altro splendido passaggio che trovai, e mi è rimasto impresso, in “Perché i bambini devono ubbidire?” dello scrittore svedese Stig Dagerman (1923 – 1954). Vi copio anche questo brano.
“Comunque: una sera, in una casa in via di ristrutturazione, capitò che due bambini si rifiutassero di prendere sonno. Saltarono giù dal letto, fecero cadere le scale degli operai, si imbrattarono i pigiami di vernice e chiamarono il centralino di quel piccolo comune per dire alla signorina che era ora di andare a dormire. I genitori in un primo tempo cercarono pazientemente di rimetterli a letto, ma loro scattavono su come molle. Si faceva sempre più tardi e alla fine i genitori non riuscirono più a sopportare la libertà dei figli. Allora il padre ebbe un’idea. Disse ai ragazzini che se non volevano sentire ragioni, li avrebbe portati fuori a fare una lunga passeggiata nella notte. Fuori pioveva e c’era un buio pesto: finalmente calò il silenzio nella stanza dei bambini. “Salvi”, sospirarono i genitori sollevati. Finché non scoprirono la ragione di quel silenzio: i bambini si erano precipitati a vestirsi per la passeggiata promessa. Non restava altro da fare che uscire nel buio e nella pioggia, i ragazzini erano spaventosamente svegli e l’ingenuo padre si rese conto che quella che per lui doveva essere una punizione agli occhi dei figli era invece una fantastica avventura. Soli nel bosco, per strada, nel cuore della notte, mentre le volpi sono a caccia e tutti gli altri bambini dormono!”

(Stig Dagerman, “Perché i bambini devono ubbidire?”, Milano, Iperborea, 2013, pp. 55-56)

(8 dicembre 2020)
Oggi 8 dicembre è il compleanno della “eterna fanciulla” Mirella Fiale, mia compagna degli anni di liceo, ancora amica dopo tanti anni, e di Manuel Ferreira, attore argentino, da anni trapiantato a Milano, mio amico da data più recente.
Per il compleanno, di solito si rivolgono degli auguri e magari si regala un segno tangibile di affetto. Per Manuel, inverto parzialmente l’ultima abitudine ed è forse più a me che regalo un ricordo che ci lega e si colloca all’inizio della nostra “conversazione”.
Ad aprile di quest’anno mi rivolsi a Manuel per chiedere anche a lui di leggere una poesia di mia moglie Marina. Il risultato ancora mi emoziona.
In questi mesi di lock down e zone variamente colorate ho ripensato alla lettura di Manuel anche in virtù di un mio piccolo esperimento. Un giorno provai ad ascoltarla ad occhi chiusi. L’effetto era diverso, molto. Manuel ha una presenza fisica esuberante, il corpo recita insieme alla voce. In questi tempi, immagino che dover fare a meno della possibilità di far ascoltare la voce del corpo, dover fare a meno del contatto vivo col pubblico, gli abbia creato una situazione pesante. E’ stata ed è una situazione difficile per tutti ma, certamente, per Manuel non meno che per altri.
Così torno all’ascolto di una bella poesia che, per me, rimarrà sempre associata al ricordo di qualcosa di bello.
Auguri Manuel.

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C’era una volta Facebook (14) – Un giorno memorabile

(12 giugno 2016)

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C’era una volta Facebook (13) – Il 2016

(26 febbraio 2016)
In ufficio, una delle mie attività principali è spegnere le luci lasciate inutilmente accese.

(13 marzo 2016)
Come disse il fantino, se azzeccassi così la misura anche nella vita, sarei a cavallo.

(26 maggio 2016)
Di penne a sfera come questa ne sono state prodotte oltre 100 miliardi (fonte Wikipedia). Questa, però, è speciale. Iniziai a lavorare il 31 marzo del 1983. È la prima volta che inizio ed esaurisco una biro. Finora, una lunga teoria di smarrimenti, sostituzioni involontarie e sottrazioni da parte di colleghi o utenti.

(19 agosto 2016)
Non sono un asociale ma ad ogni viaggio in treno penso con nostalgia a Grazia Cherchi e al suo “Scompartimento per lettori taciturni.”

(12 ottobre 2016)
Ho un’età per la quale il 12 ottobre è indissolubilmente marchiato dal ricordo dell’immancabile dettato, uguale un anno dopo l’altro, che iniziava con “Cristoforo Colombo partì da Palos con tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa Maria”.

(12 novembre 2016)
Millemila commenti all’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d’America. Per ora non ho notato qualcuno che si sia posto la domanda, e magari azzardasse una risposta, al perché l’entusiamo di otto anni fa per l’elezione di Barack Obama, e ben otto anni di presidenza dello stesso Obama, siano evaporati nel nulla (se non addirittura abbiano generato reazioni negative fra i suoi stessi sostenitori), permettendo l’elezione di Trump. Per l’ennesima volta, dunque, anziché capire il mondo in cui vivono e le regole che lo governano, molti danno a quel mondo la colpa di non essere come dovrebbe essere, cioè corrispondente ai propri desideri.

(8 dicembre 2016)
La mia coniglia Bianca fa quel che le suggerisce l’istinto, dunque scava. E scavando dissotterra anche cose così, due chiodi arrugginiti lasciati chissà quando da qualche operaio di quelli che ristrutturarono casa. Chissà, magari Bianca mi ha salvato la vita.

(27 dicembre 2016)
Mi scuso con tutti se mi intrufolo nel periodo festivo con informazioni mediche personali ma il fatto di avere, per mia scelta, contatti Facebook (quasi) esclusivamente con persone che frequento davvero mi concede il privilegio di informarle tutte in una volta sola. E dunque: dopo il terremoto di ottobre, una delle cose che ho pensato di poter fare era donare sangue. Stamattina mi sono finalmente attivato e sono andato a sottopormi ai controlli preliminari. Ho anche coscienziosamente consegnato una TAC recente. Ho così appreso che la presenza di una “cavitazione” (se ho ben capito, una sorta di piccola bolla), in quanto segno di possibile esposizione al batterio della tubercolosi (cosa assai comune ancora negli anni Sessanta in cui vissi il mio primo decennio di vita) mi rende un soggetto non idoneo alla donazione di sangue. Mi dispiace. Peraltro, aver frequentato il liceo classico mi consente di essere consolato in latino dalla mia compagna di classe Maria Luisa che ha affettuosamente ricordato che “ad impossibilia nemo tenetur” Buone feste a tutti!

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C’era una volta Facebook (12) – Segni a matita su una libreria

(21 novembre 2021)
Ci sono dettagli che raccontano una persona più di mille parole. Recuperata da una soffitta, ho ricollocato nella mia dimora attuale una libreria che mio padre realizzò per me nel 1995. La costruì a Roma e la portò, smontata, nella mia casa del tempo. Per stabilizzare tutta la struttura posizionò sul dorso un pannello di legno fissato con numerose viti. Prima di smontarla per il viaggio da Roma in Toscana, disegnò sul retro del pannello la sagoma della libreria, in modo da rimontarla e posizionare le viti esattamente nello stesso modo. Le viti, naturalmente, erano in numero sovrabbondante rispetto al bisogno. Cura, meticolosità, pazienza, ampi margini di sicurezza, il fare bene che prevale sul fare presto. Mio padre era fatto (anche) così. Fatto sta che quella libreria è tornata in servizio ed è solida e stabile come 25 anni fa.

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C’era una volta Facebook (11) – Ricordi di Bianca

Bianca è una coniglia che dal 2010 e per 13 anni e mezzo ha fatto parte della famiglia. Una presenza importante e sorprendente. Ogni tanto non resistevamo alla voglia di fotografarla.

13 ottobre 2014
Coccole del “capo”? Me le prendo tutte!

22 ottobre 2014
Bianca in versione “Paolina Borghese”.

13 novembre 2014

16 novembre 2014
Ci sono cose che rendono felici.
(NdR: Bianca a casa dopo essere era stata sottoposta a un intervento chirurgico)

21 novembre 2014
Ieri tolti i punti dalla cicatrice. Oggi, finalmente, libera sul prato!

3 dicembre 2014
Attenta, Bianca. Il mondo là fuori è freddo e bagnato.

25 febbraio 2015
Dopo aver dormito quasi tutto il giorno, un riposino è quello che ci vuole.

30 marzo 2015
Che vuoi che ti dica? Meno male che non sono né un leone né una gazzella.

15 giugno 2015
Qui, si nun rinfresca, me sa che a settembre ‘un c’arivo.

22 luglio 2015
Fa un po’ te. Finché nun fa ombra io da qui nun me movo manco si me paghi.

20 agosto 2015
Esattamente, che cosa intendi quando mi dici: “Sarà il caso che ti levi di lì”?

25 ottobre 2015
La mia coniglia Bianca dopo aver appreso che Ugo Biggeri intenderebbe ricandidarsi alla presidenza di Banca Etica.

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C’era una volta Facebook (10) – Altri scritti per divertire

Proseguendo la pesca dai miei interventi scherzosi su Facebook, dopo quello raccolto in questo articolo trovo ancora del materiale utile, anche se non so a chi.

(6 ottobre 2014)
Sono a Roma. Chiedo aiuto su come debba interpretare le due bombolette che mio fratello tiene su una mensola in bagno.

(18 novembre 2014)
Dalla Gazzetta degli Enti Locali: “Secondo fonti presenti al tavolo dell’incontro [quello coi sindacati in data 17/11/2014], il Ministro Madia avrebbe affermato che il rinnovo del contratto degli statali è nell’agenda di governo ma per il 2015 non ci sono risorse disponibili.” Spero che oltre all’agenda il Governo abbia anche una penna per annotarsi la cosa. Così, giusto per pro-memoria, dato che un foglietto fra le pagine può sempre cadere.

(21 novembre 2014)
La domanda del giorno è: Qualcuno di voi è mai riuscito a ripiegare il bugiardino esattamente come l’ha trovato nella scatola del farmaco? Una volta almeno nella vita, dico, anche per sbaglio.

(25 novembre 2014)
Sto leggendo un libro (del 2003) sulla storia della nascita di Banca Etica e mi dico che citare qualcuno è sempre un’operazione rischiosa.

(27 novembre 2014)
Quanto sei bbella Roma, quanno è seraaa…

(10 dicembre 2014)
Dal 2001 lavoro per una Provincia. A sei mesi dalla riforma Delrio e con la Legge di Stabilità alle porte, nessuno sa ancora che fine faranno i dipendenti. Ogni giorno ballano cifre diverse: forse 25.000 esuberi; forse 7.000 pensionamenti coi requisiti pre-Fornero; forse 20.000 mobilità ad altri enti (che, ovviamente, non vogliono caricarsi la relativa spesa senza che arrivino le relative risorse), ecc.
Come sempre, cerco il lato positivo della faccenda e mi dico che è bello sentirsi il protagonista di un film di Ken Loach! 🙂

(23 dicembre 2014)
Ciao! Dal più profondo del mio cuore, un caloroso augurio di buon Natale di un felice Anno nuovo! (E vai, che con Facebook ne ho sistemati 108 in una botta sola!).

(6 gennaio 2015)
L’Epifania ha conciso col riacutizzarsi di un forte dolore alla schiena (vertebre lombari, per l’esattezza). Poche cose me lo rendono sopportabile come la lettura del bugiardino di un qualsiasi farmaco antidolorifico non steroideo, lettura che, sempre, mi convince a tenermi il dolore.

(16 febbraio 2015)
Avviso ai naviganti: apprendo oggi che è stato firmato il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che trasferisce la gestione dell’Albo degli Autotrasportatori dalle Province alla Motorizzazione. Nel 2001, il processo inverso (dalla Motorizzazione alle Province) riguardò funzioni e personale, me compreso. Oggi riprendono le funzioni ma non chi le svolge. Che tutta questa baracca sia stata messa su per liberarsi di me? 🙂

(9 febbraio 2015)
Grazie a Roberto Deidier, che per la bibliografia della recente edizione completa delle poesie di Dario Bellezza si è ricordato di un vecchio (1990) saggio di mia moglie Marina la quale oggi, perciò, si gode questa piccola soddisfazione diventando, con mio beneficio, di umore migliore del solito.🙂


(10 marzo 2015)
Un volantino pubblicitario: “Lavaggio self service di cani e gatti”. E non lo so, io avrei scritto in un altro modo.

(17 marzo 2015)
Come sapete, lavoro per una delle oltre cento Province italiane. Sì, proprio quegli enti che oggi non godono di buona salute. Stamattina apro la casella della posta d’ufficio e ci trovo un avviso di mobilità verso Camposanto. Come la devo prendere?
P.S.
Nota geografico-amministrativa: non era un scherzo. Camposanto è un comune in provincia di Modena. Cercano un istruttore direttivo contabile, cat. D1.

(22 luglio 2015)
Bene, oggi è il giorno in cui ho deciso di rompere gli indugi. Dopo aver decorosamente svolto i primi sei esercizi del Corso di sceneggiatura, e dopo aver sbrigato altre più urgenti faccende, questo pomeriggio sfiderò caldo e stanchezza per cominciare il settimo esercizio, consistente nella scrittura di un cortometraggio delle durata di 12-15 minuti.
In realtà lo scrivo perché rendendo pubblica la decisione sarei costretto, se continuassi a rinviare, a inventare poco onorevoli scuse con amici e docente. Mediocri espedienti di autocondizionamento, dunque. Ma, a 55 anni, conosco il mio pollo.

(13 agosto 2015)
Per la serie “Luoghi che faranno a meno di me”, oggi vi segnalo il Tom Beach Hotel di St. Barthélemy, nelle Antille francesi, e precisamente l’annesso ristorante La Plage, “famoso per i suoi pasti con DJ, a pranzo e cena. Il personale improvvisa passi di danza in un ambiente curato ma caraibico.”

(25 settembre 2015)
Scene familiari.
– Buongiorno.
– Buongiorno. Stanotte a che ora sei tornata?
– Mezzanotte e mezza.
– …
– Una e mezza.
– Non ti abbiamo sentito per niente.
– Sono stata furtiva.

(1 novembre 2015)
Mia moglie non è un’appassionata di rugby. Perciò quando mi chiede cosa sto canticchiando e si sente rispondere “l’inno nazionale neozelandese”, oppure sudafricano, lei, giustamente, si sorprende.

(1 novembre 2015)
Mi sono quasi commosso.

(13 novembre 2015)
Non riesco a crederci. Nel vagone ferroviario in cui sono, libri battono cellulari 5 a 4.

(18 novembre 2015)
Letterale, direi.

(15 gennaio 2016)
“A cosa stai pensando?” mi chiede Facebook. Sono in ospedale per una visita e sto pensando “Una volta, vi prego, almeno una volta prima che io muoia, quando scrivete appuntamento alle ore X, fatemi entrare alle ore X”. Ecco, sto pensando a questo.

(19 gennaio 2016)
Premessa: giuro che è vero. Resoconto: tramite altoparlanti, Trenitalia m’informa che il treno che devo prendere “partirà con dieci minuti di ritardo a causa di un ritardo nella preparazione del treno”.

(31 gennaio 2016)
Questi saponi aromatizzati saranno anche una bella cosa, ma quando esco dalla doccia profumando come un’orzata, più che pulito mi sento ridicolo.

(13 maggio 2016)
L’annoso, intenso e non sempre pacato dibattito sulla riforma dell’ordinamento statale italiano ha prodotto finora, e altre ne produrrà in futuro, modifiche di vario rilievo e altrettanto diversa portata su diverse parti della nostra Costituzione.
Fra le conseguenze di tali modifiche vi è la già avvenuta consistente riduzione del numero dei dipendenti pubblici e, in particolare, di quelli fra loro che prestano la propria opera per le sopprimende Province. Tale conseguenza si è verificata anche nella Provincia di Pesaro e Urbino, per la quale lavoro dall’ottobre del 2001, che dai 620 dipendenti di 15 anni fa ne impiega oggi circa 250.
Fra le conseguenze minori del dibattito di cui sopra, dunque, vi è il notevole incremento della possibilità statistica di trovare libero uno dei bagni a disposizione e per me, che dopo una colica renale presi l’abitudine di portarmi ogni giorno in ufficio un litro di tisana, la circostanza non è priva di pregio.

(24 giugno 2016)
Dalla stazione. Se guardo ai treni regionali, l’Italia è uscita dall’Europa ben prima della Gran Bretagna.

(6 ottobre 2016)
Ognuno ha i suoi talenti. Io, ad esempio, sono fra i pochi che riescono a procurarsi una contrattura all’adduttore stando seduto a scrivere.

(23 ottobre 2016)
Se il correttore ortografico del tuo smartphone ha memorizzato il vocabolo “polisonnigrafo”, non tutto nella tua vita sta filando liscio.

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C’era una volta Facebook (9) – Una vacanza in Austria, nel 2014

Come molti, se non tutti. anch’io ho usato Facebook come diario di viaggio. Anche nel 2014 trascorremmo qualche giorno in Austria.
P.S. Le date dei post non corrispondono al progressivo dei giorni di vacanza perché non aggiornavo con regolarità, né subito.

1 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 3. Causa pioggia aumentano le ore da passare in casa anziché sui sentieri, cosicché il libro l’avrei preso volentieri. Peccato che non so il tedesco. 😉

3 settembre 2014
Vacanza – Austria – Giorno 4 – Primo giorno senza pioggia. Riusciamo a goderci la ciclabile di fondo valle.

3 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 5 – In Italia le piccole stazioni sono spesso abbandonate e sinonimo di degrado. Qui trovo un essere umano che dà i biglietti, una piccola mostra fotografica, uno scaffale pieno di libri per il book crossing. Basterebbe poco per essere un paese civile.

5 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 7. La notizia di oggi è che sono vivo e completamente sano dopo la discesa delle rapide a bordo di una camera d’aria d’autocarro. A differenza di ieri, quando nel canyon me la sono cavata discretamente, oggi gli accompagnatoti hanno passato metà del tempo a tirarmi fuori dai guai in cui mi ficcavo con costanza degna di miglior causa. Di ritorno a casa, ho ritrovato gli stessi motociclisti tatuati e muscolosi dello scorso anno. Non penso di farmi un selfie con loro, perciò ho fotografato le loro incredibili motociclette.

6 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 8. Oggi passeggiata tranquilla sul lungofiume. Di dieci chilometri, ma tranquilla.

7 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 9. Escursione fino ai 2238 metri della Edel Hutte.

8 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 10. Prima giornata al di sotto delle aspettative. Un’ora di macchina per giungere al laghetto balneabile Schwarzsee e trovare i due stabilimenti entrambi chiusi, poca gente e, ad attenderti in acqua, anche queste bestie. Optato per passeggiata attorno al lago, gelato a Kitzbhuel e assai più rassicurante bagno nella piscina sotto casa.

9 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 11. Quando usciamo lasciamo socchiusa la porta del balcone in modo che Bianca possa muoversi a suo piacimento. Oggi, al ritorno, l’abbiamo trovata così. Forse voleva essere sicura di non essere tagliata fuori!

10 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 12. Il genio musicale di Mozart, il pensiero cristallino di Hans Kelsen, il miracolo delle montagne, le vestigia dei fasti imperiali, le mille opportunità per una sana attività fisica… Tutto vero ma, siamo sinceri, in Austria si torna soprattutto per lo strudel di mele servito caldo insieme al gelato alla vaniglia. Pasticcerie Kostner a Mayrhofen e Gredler a Zell am Ziller prime a pari merito.

11 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 13. Salendo con la funivia si vedeva questo, eppure, fidatevi, sono state tre ore di camminata magnifica.

12 settembre 2014
Austria – Vacanza – Giorno 14. Sul pavimento è posata la valigia già pronta. Oggi giornata di divertimento infantile alla piscina coperta con vari giochi d’acqua. Ci si prepara al viaggio di domani ricordando la camminata di ieri.

13 settembre 2014
Stiamo tornando! Già passata la frontiera.

14 settembre 2014
Ecco, una cosa io vorrei ora che sono di nuovo a casa, che le vacanze sono terminate, che ricomincia la vita consueta, che riprenderò a scrivere storie e articoli per il blog e tweet di poco conto e aggiornamenti su Facebook come sta avvenendo adesso … Ecco, una cosa io vorrei: che di qualsiasi argomento io scriva, prima di prendermi troppo sul serio voi tutti abbiate sempre presenti queste foto.

17 settembre 2014
A cosa stai pensando? chiede Facebook. Sto pensando che in Austria ho praticato il canyoning, il tubing, il fitwalking e il biking. I risultati migliori, tuttavia, penso di averli ottenuti nello strudeling (mit vanilla eis).

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C’era una volta Facebook (8) – In viaggio con papà

Dalle Marche mi recavo a Roma per stare un poco con i miei genitori. Nel 2014 mio padre aveva già compiuto 100 anni. Presi l’abitudine di condividere il ricordo di quegli incontri, scanditi dall’età via via raggiunta, e sempre più notevole, da mio padre.

22 giugno 2014
Io e mio padre (100 anni, cinque mesi e quattro giorni), adesso, a Roma. Che dire?

(26 dicembre 2014)
Questa è bellissima. Papà (101 anni fra 23 giorni) mi ha chiesto di cercare in Internet dei tapis roulant e si è seduto accanto a me al pc. Ne ho individuato uno e gli ho detto: “Però vorrei vederlo dal vivo.” E lui: “Anche a me piacerebbe vederlo da vivo.”

19 gennaio 2015
Bene, ieri, in piena notte, abbiamo dovuto chiamare la guardia medica. Con qualche farmaco, la situazione è stata recuperata quanto basta per permettere a mio padre di festeggiare i suoi 101 anni. Ha pure mangiato una fetta di torta. E oggi è un altro giorno.

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C’era una volta Facebook (7) – Il 2014

Raccogliere quel che ho scritto su Facebook ordinando il materiale per categorie a volte non è facile. Siccome lo scopo di questi articoli è soltanto quello di conservare la memoria di quel che mi è passato per la testa, ecco che adotto il semplice sistema cronologico. Un po’ come le cartelle “varie” degli archivi.

3 giugno
Allora: stasera ci sarebbe lo spettacolo sulla mafia alla Fattoria della legalità di Isola del Piano. Domani l’incontro sui diritti umani alla Casa delle Culture di Ancona (alle 18) e qui a Fano l’intervento del candidato sindaco Omiccioli (alle 21). Giovedì sera c’è in piazza Alessandro Di Battista. Venerdì pomeriggio Costituente dei Beni comuni (ore 15.00 ad Ancona) e venerdì sera Carlo Sibilia di nuovo in piazza per chiudere la campagna elettorale in vista del ballottaggio. Il 7 ritiro della spesa e riunione del GAS. L’8 l’incontro su migrazioni e conflitti (a Pesaro).
Il divano e “Emma” di Jane Austen non dicono nulla ma stanno lì, dispon

3 giugno
Sarà che sono un po’ all’antica ma: perché Facebook non ha una funzione “Semplici conoscenti”?
🙂

4 giugno
La foto di copertina e la foto del profilo

Sto pensando a quel che possono pensare della mia immagine del profilo e di quella di copertina. La prima è un tramonto al Polo Nord, non ricordo più per quale via acquisita alla mia banca dati di immagini. La seconda, invece, la scattai io a febbraio del 1995, in Nuova Zelanda (esattamente nel Milford Sound), a bordo di un kayak col quale mi ero avvicinato il più possibile alla scogliera. Ogni tanto ripenso a quel viaggi.

20 giugno
In treno per Roma sfoglio il Piano Industriale di Banca Etica. Per me è quasi arabo ma non lo dò a vedere e sto facendo un figurone con gli altri passeggeri.

25 giugno
Mia figlia oggi compie 18 anni. Qualcuno mi aiuti!

26 giugno
Per apprezzare pienamente l’aneddoto bisognerebbe avere un’idea anche minima della vicenda Banca Marche, istituto giunto al terzo commissario straordinario e in odore di fallimento, ma racconto lo stesso.
A Pesaro, in piazza Lazzarini, c’è uno sportello Bancomat proprio di quella banca. E’ un bancomat interno, di quelli a cui si accede strisciando la tessera per aprire la porta scorrevole. Appena entri parte un messaggio registrato che dice: “Benvenuti. Avete cinque minuti per completare l’operazione.”
Dopo, evidentemente, non garantiscono che ci sia ancora qualcosa da prelevare.

28 giugno
Col tempo che impegna inserire la spam nel programma antispam avrei preso un’altra laurea.

28 giugno
Di un lungo (e condivisibile) scritto di Alessandro Di Battista, cito il passaggio per me essenziale: “La legge elettorale e le riforme costituzionali sono cose importanti ma andrebbero portate avanti contemporaneamente a norme che permettano una riduzione vera della povertà e della disoccupazione.”
E’ vero, la legge elettorale e le riforme costituzionali sono importanti (per qualche verso, perfino decisive), ma intanto il debito pubblico macina record su record, la cassa integrazione fra un po’ non si saprà più come finanziarla e lo Stato, quando avrà dismesso tutto, non potrà che vendere anche quel che non è suo.
Io mi faccio forza e provo a dividermi in tre: una parte di me si occupa dei problemi di fondo, una seconda delle questioni alla mia portata, la terza… fa finta di essere in un mondo normale e legge, scrive, scherza e, sostanzialmente, mi salva. Perché “troppo sul serio”, appunto, è troppo.

6 agosto

Scorzette di limone. 159 euro al chilo. Penso di fare col limone che ho a casa, penso.

7 agosto
Ieri ho pulito i sanitari con una crema preparata da me al momento con due cucchiai di bicarbonato e succo di limone. Perché mi considerano più stravagante di chi esce di casa, prende l’auto, va al supermercato, compera un flacone di plastica con dentro una crema che mescola bicarbonato e acido citrico (salvo altro!) e fuori un’etichetta colorata, poi torna a casa e, finalmente, fa quel che ho fatto io usando la metà del tempo e un decimo dei soldi?

15 agosto 2014
Oggi, frugando (col suo consenso) fra vecchie carte di mia madre, ho trovato questa pubblicità del telefono con impianto a spina. Condivido postando su Facebook la foto scattata dallo smartphone. Mia figlia, nativa digitale, comprenderà la meraviglia?

19 settembre 2014
Storie di libri e librerie. “Vorrei ‘Morte di un uomo felice’, di Giorgio Fontana.” “Quello del Campiello.” “Sì.” “Non l’abbiamo. Non se l’aspettava nessuno che vincesse.”

24 settembre 2014
Mah, uno vive tranquillo per 54 anni, poi il 24 settembre 2014 apprende di essere allergico alle parietarie, la qual cosa lo obbliga a cercare su Wikipedia che cosa diavolo siano.

26 settembre 2014
Pur collocando la cosa nel punto corretto della scala di valori, mia figlia che torna a casa e, dopo aver approfittato bassamente del suo essere ormai maggiorenne e perciò non soggetta a certi miei divieti, mi mostra il piercing al naso con tanto di anellino (sapendo, fra l’altro, che mi impressiono per molto meno), per me è un trauma.

30 settembre 2014
Immagino che per uno scrittore le soddisfazioni siano altre, fatto sta che ogni capitolo di “Morte di un uomo felice” di Giorgio Fontana mi impegna per l’esatto tragitto casa-ufficio, fra Fano e Pesaro.

23 ottobre 2014
Cose che cambiano e cose che no. Dieci anni fa io e Marina insieme in gita, oggi insieme dall’allergologo.

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C’era una volta Facebook (2) Scritti per divertire

A volte, ovviamente, mi sono divertito a condividere sciocchezze divertenti o, magari, a proporre in modo divertente pensieri che, in fondo, non lo erano. Riunisco di seguito un po’ delle occasioni in cui l’ho fatto.

(14 novembre 2023)
Che ci crediate o no, quella che vedete in foto è una lampada in vendita in un negozio a due passi da dove abito. Più che la forma inconsueta, a stupirmi è il pensiero che un’intera filiera (ideatore, produttore, distributore e commerciante) abbia confidato di ottenere il proprio pane quotidiano anche grazie ad essa.

(1° novembre 2023)
C’è quasi sempre anche un altro modo per risolvere i problemi. Ricordo una collega che, come sostitutivo del pasto, assumeva una bevanda proteica. Poi ci inzuppava i biscotti.

(11 settembre 2023)
Per fare concorrenza a Chat GPT, dalla Cina arriva Ernie Bot, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale approvato dal Governo di Pechino. Si potrà scaricare insieme alle istruzioni per la fisioterapia.

(16 agosto 2023)
Un team di ingegneri ha prodotto un intero romanzo usando l’Intelligenza Artificiale. La risposta generata dall’Intelligenza Artificiale degli editori è stata: “Le faremo sapere
.”

(8 agosto 2023)
Caso vuole che apra il sito di Sky Sport il giorno dopo aver riletto alcuni numeri di un settimanale satirico che ospitava la celebre rubrica “Chissenefrega”.

(16 agosto 2022)
Dalla rivista “Storia illustrata”, numero di settembre 1973, rubrica “Cent’anni fa”: “30 settembre 1873 – Vive proteste in tutti i giornali clericali perché il governo, causa l’epidemia di colera, ha vietato i pellegrinaggi religiosi.”

(16 novembre 2022)
Mia moglie, oltre a scrivere poesia, ne legge molta. Di un poeta del quale ha appena letto l’opera omnia, mi ha detto che l’opera migliore, la più sentita e autentica, è quella scritta dopo la morte della moglie. Leggerò anch’io per farmi un’opinione. Intanto ho chiuso a chiave il cassetto coi coltelli.

(25 giugno 2022)
Rivedo la stesura di un mio romanzo. Passo a Marina dei fogli per un suo parere. Non li legge ma fa caldo e li usa per sventolarsi. Poi c’è chi dice che l’arte è inutile.

(11 marzo 2022)
Siamo sinceri: chi mai avrebbe potuto immaginare che per debellare pandemia e cambiamento climatico bastava invadere l’Ucraina?
🤔

(16 gennaio 2022)
Cammino per la via centrale di Chiaravalle (AN) e il cartello esposto da un negozio (“E’ severamente vietato …”) mi ricorda che vivo nel paese del pressappoco, quello dove scrivere “è vietato” non è sufficiente, bisogna scrivere “severamente vietato” o perfino “assolutamente”, lasciando immaginare che si potrebbe vietare “dolcemente” o “relativamente”, con esiti imprevedibili e con buona pace della lingua italiana.

(11 gennaio 2022)
Dopo una giornata con la FFP2, a mettere la chirurgica m’è sembrato di affacciarmi dal balcone della baita.

(1° gennaio 2022)
Aver in gioventù studiato, sia pure poco e male, il greco antico mi consente oggi di iniziare l’anno rivolgendo a tutti un messaggio di incoraggiamento motivato. La omicron è la quindicesima lettera dell’alfabeto. Altre nove e arriveremo all’ultima. Con la variante omega ne saremo fuori.

(4 dicembre 2021)
Nel settimo incontro valido per il Campionato del Mondo di scacchi, il detentore Magnus Carlsen e lo sfidante Ian Nepomniachtchi hanno giocato per complessive otto ore e mezza durante le quali Carlsen ha mosso i suoi pezzi 136 volte. In tre occasioni la mossa era quella che avrei fatto io. So’ soddisfazioni.

(23 novembre 2021)
(Cominciando più o meno a sei anni …)
Sono vestito. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho le monete che mi ha dato mamma. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho le monete che mi ha dato mamma e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho un biglietto da mille lire che mi ha dato mamma e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli con un po’ del mio stipendio e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, il telefono cellulare, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, il telefono cellulare, gli occhiali da presbite, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, il telefono cellulare, gli occhiali da presbite, la mascherina chirurgica, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Sono vestito. In tasca ho il portafogli, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, il telefono cellulare, gli occhiali da presbite, la mascherina chirurgica, il green pass, le chiavi della macchina e le chiavi di casa. Posso uscire.
Per Natale chiedo a mia moglie se mi regala un trolley.

(22 luglio 2021)
Se la causa va male, entrano in gioco le sinergie.

(3 luglio 2021)
Oggi, Pesaro, Centro vaccini Covid 19. Ormai viviamo di varianti.

(28 maggio 2021)
Molti mi dicono che sono troppo sentimentale eppure spero davvero, un giorno, di trovare un consolante negozio di tende in compagnia
.


(25 febbraio 2021)
Una notizia di questi giorni mi spinge a riproporre la mia disponibilità a sostituire Mario Draghi nell’incarico di Presidente del Consiglio se, in futuro, fosse necessario un ulteriore cambio di passo.
Come avrete già compreso, mi riferisco al (parziale) “copia incolla” di un testo dell’economista Francesco Giavazzi nel discorso con cui Draghi ha chiesto la fiducia al nuovo Governo da lui presieduto.
In sostanza: oltre ad essere anch’io un giocatore di scacchi online, a copiare sono molto più bravo di Draghi, come testimonia un episodio del mio curriculum, episodio che all’epoca non mi fece onore, più avanti cercai di dimenticare e finalmente, ormai entrato nella terza età, ricordo con la riprovevole indulgenza degli anziani nei confronti delle “marachelle” di gioventù.
Quinto ginnasio (secondo anno delle medie superiori, per chi non avesse frequentato il liceo classico); traduzione in classe dal greco; io che occupo il posto più vicino alla cattedra nel primo banco che è pure disposto perpendicolarmente agli altri, cosicché l’unico contatto con il resto degli studenti è il mio compagno di banco Paolo Fioretti. A differenza di me, Paolo è uno che studia e riesce a barcamenarsi pure col greco, sebbene la sua prima passione siano le materie scientifiche. Insomma, a tradurre è più bravo e più veloce di me e va a finire che copio dalla prima all’ultima riga. Però sono bravo in italiano, certe frasi mi sembrano poco scorrevoli e anche per non scrivere esattamente lo stesso testo modifico qualche costruzione, scelgo sinonimi, armonizzo i periodi fra loro.
Passato qualche giorno, la professoressa Iole Rossi entra in classe sventolando i compiti in classe e pronunciando la frase, tanto storica quanto esplicativa: “Incredibile ma vero: Messina il migliore di tutti!” Paolo aveva preso 7 ed io 8 e mezzo.
Ecco, a me una cosa come quella di Draghi non capiterebbe. Se il Paese mi chiamerà, sono pronto a rispondere.

(14 febbraio 2021)
Oggi, ospite in una casa dove, a differenza che nella mia, c’è la televisione, in due minuti di telegiornale ho appreso che Draghi ha raccomandato unità, che i 5 Stelle si impegneranno per conservare le misure qualificanti del precedente governo, che la Lega si impegnerà perché il nuovo governo agisca in discontinuità rispetto al precedente, che il PD starà nel Governo con le proprie idee e che indicherà soltanto sottosegretarie donne, che Forza Italia… Non fosse che sono un italiano che vive in Italia, sarebbe anche divertente stare a guardare che succede.

(29 gennaio 2021)
Ma vi ricordate di quando, per descrivere la condizione umana, si ricorreva alla metafora del viaggio?

[Nota: la considerazione è spiritosa se calata nel contesto. Erano tempi di pandemia e confinamento, o lock down che dir si volesse]

(12 gennaio 2021)
Riapro Facebook dopo giorni. 89 notifiche da leggere. Mi sa che lo richiudo.

(8 agosto 2020)
Fra i percorsi abituali delle mie camminate, uno in particolare mi fa transitare dalle parti del cimitero, di strada per arrivare alle periferie più verdi e ad una grande area sportiva. Cosicché, ogni volta che passo da lì, scorrono davanti ai miei occhi decine di manifesti mortuari. Com’è d’uso da qualche anno, molti di questi manifesti includono una foto della persona deceduta. Quelle foto, mi pare, costituiscono una delle prove più evidenti di come l’evento della morte, tanto temuto e a cui qualcuno finge di prepararsi, sia per quasi tutti sostanzialmente inaspettato.

(5 giugno 2020)
Una nuova puntata de “I misteri della stampa locale”.

(29 aprile 2020)
Anche oggi niente di nuovo. Ho scritto una email a un amico, l’ho iniziata con “brevemente”, prima di inviarla l’ho riletta, ho tolto “brevemente” e l’ho spedita.

(9 aprile 2020)
Un istituto di ricerca ha verificato con diverse misurazioni che il Covid-19 può arrivare a 4, a 6 e ad 8 metri. Poi gli si è rotta la fionda.

(9 aprile 2020)
Sarà l’età, la quarantena o il virus…. Fatto sta che la mia attenzione mostra delle crepe.

(4 aprile 2020)
Libreria di casa. Prima e dopo il Covid-19.

(2 aprile 2020)
Stamattina, tornando a casa, una signora mi ha sorriso. Deve aver scambiato la mia mascherina per quella di qualcun altro.

(22 dicembre 2019)
A tutti coloro che in questi giorni si lamentano di dover dire cento volte “Buon Natale e Felice Anno Nuovo”, segnalo la possibilità di considerare la benevolenza del caso che ha collocato le due ricorrenze a soli sette giorni di distanza.

(23 novembre 2019)
Riunione soci Banca Etica. Capito per caso accanto al coordinatore dei soci di Como. Apprendo che se nascessi di nuovo all’Ospedale Sant’Anna, oggi sarei nato a San Fermo della Battaglia. Pensate a quanto inchiostro ho risparmiato in sessant’anni.

(7 agosto 2019)
Sono andato dalla nutrizionista e le ho detto: “Patteggiamo”.

(31 dicembre 2016)
Ieri ultimo concerto dei Pooh. Da oggi sono i Fooh.

(14 ottobre 2016)
Lo sport di mia moglie è informarsi sugli orari delle palestre.

( 24 novembre 2015)
Alla Brico vendono una stufa a pellet modello “Lisa”. Cioè, spendi quasi 700 euro per una stufa già consumata?

19 agosto 2014
Sono in coda alla posta. C’è un energumeno con un vascello tatuato sul polpaccio. Le vele sono gonfie come se il vento soffiasse da poppa, la bandiera in cima all’albero maestro sventola come se il vento soffiasse da prua. E non ho il coraggio di dirglielo.

(3 giugno 2014)
Sarà che sono un po’ all’antica ma: perché Facebook non ha una funzione “Semplici conoscenti”(3 giugno 2014)
Allora: stasera ci sarebbe lo spettacolo sulla mafia alla Fattoria della legalità di Isola del Piano. Domani l’incontro sui diritti umani alla Casa delle Culture di Ancona (alle 18) e qui a Fano l’intervento del candidato sindaco Omiccioli (alle 21). Giovedì sera c’è in piazza Alessandro Di Battista. Venerdì pomeriggio Costituente dei Beni comuni (ore 15.00 ad Ancona) e venerdì sera Carlo Sibilia di nuovo in piazza per chiudere la campagna elettorale in vista del ballottaggio. Il 7 ritiro della spesa e riunione del GAS. L’8 l’incontro su migrazioni e conflitti (a Pesaro).
Il divano e “Emma” di Jane Austen non dicono nulla ma stanno lì, disponibili …

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C’era una volta Facebook (3) – Vecchie pagine di carta

Mettendo ordine in casa capita di imbattersi in vecchie riviste sopravvissute ai miei vari traslochi. Sfogliarle di nuovo dopo tanti anni ha rinnovato ricordi o, viceversa, ha riportato a galla cose che si erano dimenticate via via che cambiava il mondo attorno.

11 settembre 2023
Un puro caso. Proseguo nella revisione e scarto di vecchie riviste e proprio oggi mi imbatto in un articolo pubblicato nel numero di gennaio del 1971 dalla rivista “Storia illustrata”.

(16 ottobre 2022)
Il lungo spoglio di vecchie riviste mi ha condotto a un nuovo articolo di “Storia illustrata” (numero di aprile del 1973) dedicato alla figura di Albert Kesselring, il comandante delle forze armate naziste, in Africa e in Italia, negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Impartì gli ordini che dettero il via alla repressione tedesca, segnata da massacri come quello delle Fosse Ardeatine o da stragi come quella di Marzabotto. Dopo la resa tedesca, Kesselring fu processato e, il 6 maggio del 1947, condannato a morte per crimini di guerra. L’Alto Comando Alleato commutò la pena di morte nel carcere a vita “per i suoi meriti militari”. La pena fu poi ulteriormente commutata in venti anni di carcere, dei quali sette scontati in prigionia e i successivi in libertà provvisoria dopo aver subito un intervento chirurgico. Il 23 ottobre 1952 il Comando Alleato gli concesse la grazia. Morì nel 1960. Cito da Wikipedia: “Poco dopo il suo rientro in Germania, Kesselring dichiarò di non avere nulla da rimproverarsi e che anzi gli italiani gli avrebbero dovuto dedicare un monumento per il suo operato sul suolo italiano nella salvaguardia delle città d’arte come Roma e Firenze.”

(2 febbraio 2022)
Proseguendo lo spoglio di vecchie riviste (la foto è tratta da un numero di “Storia illustrata” del 1974) mi imbatto in pagine pubblicitarie che, chissà, aiutano a capire in che modo siamo arrivati a questo punto. Fra tappare il buco del secchio e aprire di più il rubinetto, il nostro mondo ha quasi sempre scelto la seconda. Peraltro, ammirevole l’acrobazia concettuale che propone come risparmio l’aumento dei consumi
.😱

(17 novembre 2021)
Proseguono i lavori di riordino in casa e, con essi, la scoperta di annunci pubblicitari degli anni ’70. Parliamo di 50 anni fa ma mi sono chiesto se davvero all’epoca non conoscevano gli effetti (negativi) dell’alcol sulla digestione o se, conoscendoli, potevano impunemente propagandare il falso. Non oso pensare ad autotrasportatori o agenti di commercio che dopo pranzo, convinti di far bene, ingollassero pure il superalcolico (40 gradi) convinti che sarebbero quindi stati più lucidi alla guida e poi all’appuntamento.
P.S. L’alcol “deprime” il processo di svuotamento dello stomaco, rallentando la digestione e causando sonnolenza e diminuzione del livello di attenzione. La sensazione di “sollievo” dipende dal calore che genera l’alcol e che, in effetti, è un fattore che aiuta la digestione stessa. Per aiutarsi davvero si può ricorrere a bevande calde alla salvia o al limone (tipo il “canarino” marchigiano).


(15 novembre 2021)
Da un ripostiglio riemergono numeri di una rivista (“Storia illustrata”) che leggevo negli anni ’70 del (a dirlo fa un po’ effetto) secolo scorso. Mi colpiscono varie cose, fra le quali le pubblicità delle automobili. Oggi la pubblicità è sempre o quasi “emozionale”, all’epoca si largheggiava in dati tecnici: dimensioni, parti meccaniche, consumi … Per vendere un’automobile si pensava che fosse efficace informare sul suo raggio di sterzata! Quanto ai consumi, con la stessa quantità di benzina l’auto che possiedo attualmente percorre all’incirca il doppio dei chilometri.

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